L’Italia e la filosofia dell’inessenziale

dal blog di C. Gambescia

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    L’Italia e la filosofia dell’inessenziale

    Qual è il problema italiano fondamentale? Forse, come proclama la destra, la doppia morale della sinistra? Che predica la sobrietà e la solidarietà ma vive nello splendido isolamento del romano Monteverde Vecchio? Oppure, come rilancia la sinistra, una destra più che mai affamata di quel potere che a parole dice di volere riconsegnare al popolo?

    Perciò per la destra Chiara Ferragni e Roberto Saviano, che vivrebbero alle spalle della carità fasulla e della camorra, ne sono un esempio. Come per la sinistra, lo è Lollobrigida che fa fermare i treni per scendere o ministri in carica, come Crosetto e Santanchè, nonostante i conflitti di interesse, presenti e passati.

    Non se ne può più. Siamo davanti alla filosofia dell’inessenziale.

    Il vero problema italiano è l’assenza di una classe politica e dirigente liberale, che faccia serie riforme economiche, tagli tasse e spesa pubblica, privatizzi e liberalizzi, delegifichi, lasci che le persone nell’ambito dei diritti civili si organizzino da sole liberamente. E soprattutto che la finisca sia con la welfarizzazione del migrante sia con i campi di concentramento. Per dirla brutalmente che apra a tutti, e che si arrangino… Esiste una cosa che si chiama filtro o selezione sociale.

    “Lasciar fare, lasciare passare” questa deve essere la parola d’ordine di una classe dirigente liberale. Non i piagnistei socialisti sugli assistiti a vita o la ripugnante frusta fascista sull’ordine pubblico.

    Altro esempio di guerre ridicole e inutili tra destra e sinistra: Patto di stabilità e Mes.

    Si discute di che cosa? Di controllo della spesa pubblica (Patto di stabilità) e di regole per la concessione di prestiti comunitari (Mes). Cioè di strumenti economici per ottenere voti e consensi. Tutto qui. Altro che pro o contro l’Europa. La "Nazione", la "Solidarietà". La vera “ciccia” della questione sono i soldi pubblici da arraffare per vincere le elezioni.

    Destra e sinistra danno entrambe per scontato che il finanziamento pubblico faccia miracolosamente ripartire l’economia. Economia sciamanica. Sono socialisti non liberali. Si fanno invece la guerra sui controlli formali Ue e Bce.

    La destra aspira e prendere i soldi e scappare, la sinistra a prenderli stando alle regole (almeno così dice). Ma, ecco il punto: destra e sinistra condividono la stessa filosofia, come del resto l’Unione Europea, di un’economia mista pubblico-privato che si nutre di finanziamenti pubblici: il vecchio Keynes è vivo e lotta insieme a “Loro”.

    La ridicola guerra tra destra e sinistra rinvia perciò non al “come” ma al “quanto”. Una classe dirigente e politica liberale si occuperebbe del “come” (“Come far ripartire l’economia? Puntando sul mercato.”). Mentre una destra e una sinistra, per nulla liberali, si occupano del “quanto” ( “Quanto” denaro pubblico serve per far ripartire l’economia e non perdere voti?”).

    Insomma, ripetiamo: il discorso pubblico economico è di tipo keynesiano non liberale. Destra e sinistra pari sono perché si occupano del “quanto” non del “come”.

    Qui, come dicevano, il vero problema: l’assenza di una filosofia liberale.

    Sicché risulta naturale discutere di Saviano, Ferragni, Lollobrigida, eccetera, come pure delle rate del prestito europeo, o dello “zero virgola” a proposito dello spesa pubblica. Insomma il trionfo della filosofia dell’inessenziale.

    Un disastro.

    Carlo Gambescia

    fonte https://carlogambesciametapolitics2puntoze...essenziale.html
     
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12 replies since 19/12/2023, 08:53   146 views
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