Sindrome da workaholism

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    E' un po che volevo aprire una discussione a tema:

    Ricordo la prima volta che mi accorsi di questa sindrome, che non necessariamente distrugge la propria famiglia. Qui da me per esempio è vista come una cosa normale e le mogli si adattano di conseguenza.

    Quando da quindicenne lavoravo in un azienda di falegnameria (ripeto, azienda, e non piccolo artigiano, anche se ho lavorato ugualmente per loro), vi era un pensionato che continuava a lavorarci al suo interno, una volta lo mettevano alla scorniciatrice, mentre altre li facevano tagliare il prato intorno all'azienda. E io mi domandavo: " Cazzo, hai lavorato una vita intera, ti sei fatto il culo, sei andato finalmente in pensione e tu cosa fai..?? Ritorni ancora a lavorare?".

    Ma potrei farvi un sacco di esempi. Gente che dopo una vita sui cantieri a fare il carpentiere si ritrova da pensionato a fare il garzone per un impresa agricola del mio paese, oppure un amico di mio padre, 72 anni, che va ancora in giro a fare il muratore.

    Io una volta gli dissi a questo amico di mio padre:" Ma quand'è che te ne andrai in pensione definitivamente?" e la sua risposta fu: "IL GIONO CHE MORIRO'".

    Avete presente il film Le Ali Della Libertà, in particolar modo il dramma di Brooks sull'istituzionalizzazione:




    Quando Red dice, riferendosi al carcere: "IO DICO CHE QUESTE MURA SONO STRANE, PRIMA LE ODI, POI CI FAI L'ABITUDINE, E SE PASSA ABBASTANZA TEMPO, NON RIESCI PIU' A FARNE A MENO."

    Ora cambio la frase mettendoci la parola lavoro:" IO DICO CHE IL LAVORO E' STRANO, PRIMA LO ODI, POI CI FAI L'ABITUDINE, E SE PASSA ABBASTANZA TEMPO, NON RIESCI PIU' A FARNE A MENO, PERCHE' E' LA TUA VITA CHE SI PRENDE, ALMENO LA PARTE MIGLIORE."

    Queste persone sono istituzionalizzate dal lavoro.



    Fonte

    Edited by CISALPINO - 2/4/2023, 16:03
     
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    Che tra l'altro, dal punto di vista delle sacre scritture, quelle che ovviamente precedono di molto i cosiddetti sacri testi dell'ebraismo, il ""mito"" della creazione, dell'antropogonia all'interno dei racconti mitologici sumero accadici, si narra proprio che la stirpe adamitica, fu creata proprio per ottemperare al duro lavoro a cui erano sottoposti le divinità minori, i quali ribellandosi, si rivolsero al loro supremo:

    lavoro

    Quindi se loro furono creati appositamente con la predisposizione al lavoro, la dipendenza da esso non dovrebbe essere una sindrome, ma sempre una derivazione di una predisposizione di base.

    Edited by CISALPINO - 17/1/2024, 11:57
     
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    Oltretutto coloro che sono predisposti al lavoro, automaticamente sono predisposti anche a tollerare l'autoritarismo, la gerarchia e il rispetto incondizionato del capo e del padrone.
    Proprio perchè il mondo del lavoro è strutturato in modo gerarchico, autoritario, gerontocratico e dal nonnismo, oltre all'incondizionata riverenza, a tratti omertosa, nei confronti del proprio capo e padrone.

    Certo, tutte le società di questo pianeta sono strutturate in questa maniera, ma questo non significa che sia una cosa positiva: Si passa inizialmente dall'istruzione scolastica delle scuole statali al mondo del lavoro, cosi come per quanto riguarda l'esercito militare e la strutturalizzazione di tutto il comparto statale e parastatale.

    Vi è anche la possibilità che il lavoratore tenda, con il passar del tempo, ad identificarsi con il proprio datore di lavoro, o con il proprio caporeparto, divenendo a sua volta reazionario e strumento del sistema come scrisse Reich all'interno della sua opera:" Psicologia di massa del fascismo".
    Le seconda possibilità è il rifiuto o ostentare la propria contrarietà ad ogni possibile tentativo di identificarsi con il proprio padrone o capo.

    Reich

    Ma in entrambi i casi, sta di fatto che il lavoratore non potrà mai astenersi da un sistema strutturato in maniera gerarchico - autoritario e gerontocratico, come quello del mondo del lavoro.

    Edited by CISALPINO - 17/1/2024, 12:01
     
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    Differenti tipologie di lavoro equivalgono a differenti qualità del lavoro stesso. Ma allora come si spiegano coloro i quali che da pensionati continuano imperterriti a lavorare?
    Non sarà che la sindrome della dipendenza al lavoro è interconnessa alla sindrome della dipendenza del denaro?
    Certo, alcuni lo fanno perchè sono istituzionalizzati al lavoro, altri continuano a lavorare per riuscire a tirare alla fine del mese, altri ancora continuano a lavorare in età pensionale per il fatto magari di non aver più una vita sociale: sono talmente assuefatti dal lavoro che è diventata la cosa fondamentale della loro esistenza, interconnessa alla remunerazione economica, in nero, ovviamente.
     
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    Ma io credo che per questi ultimi, ovverosia, per coloro i quali dipendono dal lavoro e parimenti, dipendono dal denaro, abbiano una qualche predisposizione di base che li renda tali.
    Non lavorano per vivere ma vivono per lavorare, è questo il punto fondamentale sulla quale bisognerebbe ragionarci sopra.
     
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4 replies since 2/4/2023, 12:23   70 views
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