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In occasione della reunion dello storico gruppo emiliano CCCP - FEDELI ALLA LINEA, formatosi nel 81 a Berlino, precursori del Punk filosovietico e della musica melodica emiliana, delle 3 date che si terranno proprio a Berlino, laddove tutto ebbe inizio con Ferretti e Zamboni, si esibiranno il 24, 25 e 26 febbraio sul palco dell’Astra Kulturhaus della capitale tedesca.
In questa occasione parlerò proprio di Danilo Fatur, personaggio al quanto discutibile e impressionante nelle sue esibizioni pittoresche - provocatorie e al limite della decenza, sul palco assieme all'immancabile Annarella Giudici. Al quanto eccentrico ed esibizionista, i suoi spettacoli rendevano l'esibizione del gruppo quasi marginale rispetto a quanto facevano lui e Annarella.
In questo articolo si dice di lui:
" In effetti se dovessi paragonare Danilo ad un quadro, l’unico che ora mi sembra veramente calzante è Atelier operaio di Korzev, dove è rappresentata l’emancipazione dell’operaio, dallo stato di materia umana grezza. Grazie all’arte e alla presa di coscienza di sè, nobilita il suo lavoro, dal semplice produrre al creare, ed è proprio lì che, secondo me, si incastra il ganglio centrale della “disciplina del nulla”. Lui stesso inizia con una domanda che mi spiazza più per la semplicità e la serietà con cui la pone che non per la risposta che, in realtà, almeno in parte conoscevo già: “Ma tu lo sai che io ero fascista vero?… cioè che ho anche votato MSI?”. E in effetti le tendenze parafasciste della gioventù di Fatur pre-CCCP non sono un mistero così inaccessibile, quello che stupisce è il percorso, fatto di curiosità e sperimentazione che ha portato questo spogliarellista, sicuramente proveniente dai ceti subalterni (un proletario che sbaglia, avrebbe detto Gramsci) a diventare quello che passerà alla storia come l’artista del popolo."
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Un genio incompreso o un vero artista del popolo, appellativo che gli fu dato quando militava nei CCCP?
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